martedì 22 aprile 2014

I murales del fascio


Le scritte murali con motti, spesso attribuiti a Benito Mussolini o da lui coniati, furono uno dei principali strumenti di propaganda durante il regime fascista.
Si trattava di scritte con una base d’intonaco, su cui venivano verniciati i caratteri con esecuzione manuale a pennello. Caratteri che rispondevano a una tipologia grafica sostanzialmente unica, rappresentata dal carattere tipografico bastone, privo di ornamenti, semplice e squadrato
La scelta dei detti fascisti spettava al podestà, previo accordo con il segretario politico. Il tecnico del Comune, dopo aver richiesto i preventivi, sottoponeva ad entrambi una relazione per la decisione finale. Nel dopoguerra  per molti  c’è stata la necessità di cancellare presto il più recente passato  portando alla sistematica distruzione di molti simboli del vecchio regime oggi ritenuti in modo non sempre univoco come semplici frammenti della storia italiana, ormai decontestualizzati da ogni aurea politica e in quanto tali, da restaurare o almeno tutelare. In effetti, nel dopoguerra sono stati distrutti o ricoperti molti simboli e scritte del ventennio a portata di mano (o di scala); tranne ovviamente quelli posti su tombini, lampioni e altre strutture o impianti pubblici, necessari alla vita di ogni giorno, la cui rimozione avrebbe comportato enormi disagi e un notevole dispendio di denaro pubblico e la ricostruzione in vasta scala su tutto il territorio nazionale. Nel caso degli slogan e delle scritte murali, si è invece proceduto in molti casi all’obliterazione con una semplice ed economica imbiancatura. In altre situazioni, molte scritte furono lasciate a vista, semplicemente, abbandonate all’inesorabile trascorrere del tempo e al lento dilavamento degli agenti atmosferici. Da alcuni decenni molte di queste scritte sono riapparse sotto le velature dell’intonaco specie, in occasione di restauri, ponendo il dilemma sull’utilità o meno di un loro ripristino o della loro eventuale conservazione. È doveroso il dover riscontrare ancora oggi che, proprio dove la guerra assunse i connotati più crudi di vera guerra civile, siano più vive e contrastanti le posizioni e le polemiche nel caso di recuperi conservativi o di restauri di scritte a carattere propagandistico di chiara matrice fascista, è difficile decidere quali scritte rinfrescare e quali nuove dipingere.
Queste di seguito raffigurate sono quelle presenti in alcuni paesi della bassa vercellese, tra cui Asigliano, Orfengo, Lignana e Cascine Stra.





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